Quali vantaggi offre l’economia circolare per il settore assicurativo?

Quali vantaggi offre l’economia circolare per il settore assicurativo?

Di economia circolare si parla già dal 1966, tuttavia solo negli ultimi tempi è arrivata al “grande pubblico” e ai “decision maker”. Ma quali vantaggi offre l’economia circolare per il settore assicurativo?

Cosa si intende per economia circolare?

L’idea di un circuito circolare dei materiali venne presentata nel 1966 da Kenneth E. Boulding nel suo articolo “The Economics of the Coming Spaceship Earth“.

Secondo la definizione del parlamento europeo L’economia circolare è un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile.

L’economia circolare estende il ciclo di vita dei prodotti così si possono continuamente riutilizzare all’interno del ciclo produttivo generando ulteriore valore e riducendo i rifiuti.

L’economia attuale ha la forma della linea: TakeMakeWaste. Prendiamo le risorse, realizziamo i prodotti, li usiamo e, quando non ne abbiamo più bisogno o non li vogliamo più, li gettiamo.

Transizione e mercato circolare

La transizione circolare richiede una trasformazione radicale di ogni fase del sistema lineare. Occorre rivedere il modo in cui gestiamo le risorse, produciamo e utilizziamo i prodotti e trattiamo i materiali al termine del ciclo. Il nuovo modello circolare si fonda su tre principi fondamentali.

  • Eliminare rifiuti e inquinamento “by design”. Intervenendo direttamente nella fase di progettazione nella quale, come sottolineato dalla Fondazione Ellen MacArthur, viene generato l’80% degli impatti ambientali. Si tratta di fare un cambio di prospettiva per concepire il prodotto come “nativamente” circolare e ad impatto zero.
  • Mantenere risorse, componenti e prodotti nel “cerchio del valore” il più a lungo possibile.
  • Rigenerare i sistemi naturali, non limitandosi a non danneggiare l’ambiente ma producendo un impatto positivo.

Dunque, i produttori mantengono la proprietà dei beni e ne vendono l’utilizzo come servizio. Essa comporta il passaggio da un’economia di consumo a una di prestazione e dal concetto di prodotto a quello di servizio. Il “consumatore” si trasforma in “utente”, non acquistando l’oggetto, ma l’utilizzo dell’oggetto stesso o il risultato.

In parte già viviamo in un’economia della performance. Ogni volta che prendiamo un taxi, prenotiamo una camera d’albergo o un biglietto del treno, stiamo acquistando l’utilizzo e non l’oggetto stesso.

L’economia circolare ha fatto nascere anche nuovi modelli di business come la condivisione peer-to-peer o i mercati di rivendita. E proprio in questi nuovi mercati si è inserita una start-up svedese che distribuisce micro-polizze on-demand a copertura dei rischi connessi con l’acquisto di prodotti nelle piattaforme di scambio e riuso dei prodotti. 

In sostanza, usano le assicurazioni come strumento per incentivare gli scambi su queste piattaforme circolari, creando così le condizioni per un utilizzo più ampio e prolungato dei prodotti.

Quali vantaggi offre l’economia circolare per il settore assicurativo?

Per inserirsi in questo nuovo paradigma sociale ed economico è fondamentale che esso comprenda la differenza tra pensiero lineare e circolare.

Le compagnie assicurative hanno l’opportunità di ripensare i propri modelli di business introducendo la circolarità fin dalla fase di progettazione.

Come si traduce per le compagnie assicurative?

Innanzitutto, trasformando i “beni” in “servizi”.  I prodotti assicurativi possono essere ripensati per essere utilizzati da uno o più utenti attraverso un sistema di leasing o rental o pay-per-use. Questo trasformerebbe i clienti in utenti. E trasformandosi in utente, il cliente è più propenso ad avviare una relazione continuativa con l’assicuratore. Si instaura un rapporto di partnership, un “noi”, che rafforza e rende più profondo e duraturo il legame tra compagnia e cliente. Ancor più se accompagnato da una condivisione di valori come quelli di circolarità e sostenibilità.

I prodotti si trasformano in servizi. Questi, a loro volta, possono trasformarsi in ecosistemi di servizi sviluppando partnership, coinvolgendo stakeholder e generando nuovi fonti di crescita e creazione di valore economico. Oltre che leve di ulteriore fidelizzazione.

Lo strumento assicurativo è così pensato in ottica di risposta ai diversi bisogni di protezione del bene nelle diverse fasi del suo ciclo di utilizzo.

Un altro importante vantaggio riguarda la gestione dei rischi. L’adozione del modello circolare rende infatti le strategie e i modelli di business più resilienti nel tempo, meno vulnerabili a possibili shock futuri.

Chi vende prestazioni in luogo di servizi mantiene la proprietà delle risorse. Internalizza i costi dei rischi, avendo così l’opportunità di generare valore economico attraverso la prevenzione e la gestione delle tematiche relative a affidabilità del prodotto, riparabilità, riusabilità e longevità. Innovando grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie e dei nuovi materiali.

In Conclusione, i vantaggi dell’economia circolare per il settore assicurativo

Attraverso l’incorporazione del modello circolare in ogni fase della catena del valore, si creano nuove fonti di crescita e di valore economico, si rafforzano le opportunità di partnership e il coinvolgimento degli stakeholder.

Lo strumento assicurativo è ripensato in risposta ai diversi bisogni di protezione del bene nelle diverse fasi del suo ciclo di utilizzo.

Tutto questo aumenta fedeltà dei clienti attraverso la trasformazione del prodotto assicurativo in un “ecosistema di servizi a tutto tondo”.

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